Biografia

Mi chiamo Diego Vitali e sono nato nel 1982 in una famiglia semplice e bella: mio padre artigiano, mia madre casalinga ex-infermiera, io primo di 3 figli. Devo molto ai miei genitori che mi hanno trasmesso il valore del lavoro e il dono della fede. Ringrazio mio fratello e mia sorella per avermi insegnato la condivisione e l’arte dello stare insieme.

Fin dall’età di 12 anni sono stato attratto dall’Informatica.

Ad iniziarmi in questo percorso fu (inaspettatamente) il mio prof. di musica delle Scuole Medie: mi aprì davvero un mondo nuovo con i suoi programmi per imparare la musica al PC! Correva l’anno 1994 e i calcolatori a disposizione alle Scuole “Toni Giuriolo” di Porretta Terme erano dei 286 con 16 MB (non GB!) di RAM e 320 MB di spazio su disco, su cui venivano caricati e “lanciati” programmi che per la maggior parte venivano memorizzati su supporti magnetici, come quelli “nascosti” (in modo per me allora incredibile, quasi magico) nei floppy da 5,25” del mio insegnante.

La neonata rete internet, avviata qualche decennio prima a scopo militare, si era aperta al pubblico civile solo tre anni prima con la pagina N.1 pubblicata dal CERN di Ginevra il 6 agosto 1991. Insomma, il vento stava cambiando, e anche in fretta. Di questo non ne ero chiaramente consapevole fino in fondo ma sentivo dentro di me come un’ispirazione, un desiderio di esplorare quel mondo così misterioso e affascinante. Da lì a poco ci fu la mia scelta di seguire un percorso Tecnico alle Superiori: ho da sempre avuto un debole per la concretezza e la pratica. Solo dieci anni più tardi, nelle formazioni per insegnanti, avrei potuto inquadrare questa mia predilezione per l’aspetto pratico come un approccio tra il “visivo” e il “cinestesico”, con le accezioni pedagogiche del caso. Anche questo non lo sapevo ma me lo sentivo dentro: mi piaceva tantissimo arrivare ad astrarre la teoria partendo da un’esperienza pratica, che potevo vedere, manipolare e con la quale interagire.

Le scuole superiori volano via veloci e serene: ho un ricordo bello maturato nella mia piccola classe di aspiranti periti tecnici sia con i miei compagni di viaggio sia con gli insegnanti: quella scuola mi ha dato tanto sia professionalmente sia dal punto di vista umano. Negli anni successivi, all’Università, farò tesoro di quanto appreso in questo periodo, davvero intenso e gratificante.

Un altro incontro con una insegnante segna la direzione della mia professione: al terzo anno una nuova prof si presenta nel nostro Istituto. Una signora sui 45 che ha iniziato da poco a insegnare nella scuola perché viene dal mondo del lavoro. Professione: programmatrice. Ci raccontava spesso delle sue esperienze direttamente maturate sul campo della libera professione, iniziato quando ancora l’informatica era sconosciuta anche nel mondo accademico ma i suoi concetti base prendevano campo nei corsi di “matematica applicata”. Ricordo il suo entusiasmo trascinante e la sua voglia di farci produrre software, al posto di imparare soltanto come farlo. Le lezioni di informatica della mia terza superiore non posso dimenticarle: la prof si presenta il primo giorno e ci dice che se saremo all’altezza potremo fare qualcosa di bello, costruito da noi e divertente: si trattava di programmare un videogame, con tanto di logica del gioco, user interface, grafica, musica e tutto quello che serve per farlo funzionare. Tutti in silenzio, quasi sconcertati da quella proposta che appariva ai più una sfida troppo ardua o uno stendardo per guadagnare la simpatia degli allievi. Da quella proposta nacque uno stile didattico che mi è rimasto impresso e che mi ha condizionato: imparare facendo. Le lezioni teoriche erano brevi e orientate all’apprendimento di qualche tassello “utile”, che veniva subito applicato in laboratorio. Così entrarono nel nostro vocabolario parole come variabili, cicli, indirizzi di memoria, buffer e runtime error, senza che nemmeno ce ne accorgessimo. Ricordo le tante ore passate in laboratorio senza che apparentemente ci fosse una lezione strutturata da seguire allo stesso ritmo; sembravamo piuttosto un’azienda nel bel mezzo del lavoro! Chi si occupava della grafica, chi della trascrizione della musica di background, chi del motore del gioco, chi della logica, chi faceva debugging, chi disegnava le immagini, … Tutti diversi ma tutti uniti da un comune obiettivo. Alla fine dell’anno, lo ricordo come fosse ieri, avevamo pensato assieme alla prof. di realizzare una copia del gioco come regalo per tutti gli insegnanti, salvando l’eseguibile del progetto su di un floppy disk da 3,5” personalizzato con un artigianale packaging disegnato, stampato e autoprodotto. Era l’ultimo giorno di scuola quando io con un ristretto gruppetto ultimavamo le stampe e i confezionamenti per distribuire la nostra opera durante la festa di fine anno.

L’anno successivo, sempre la stessa insegnante avvia un progetto in collaborazione con gli insegnanti delle scuole medie. Scopo del progetto era portare le basi dell’informatica tra i banchi delle loro classi, supportando allievi e insegnanti nei primi passi mossi nell’ambiente digitale. Anche in questo caso il progetto era ambizioso ed eccitante: si trattava di preparare degli interventi per insegnare ai ragazzi più piccoli l’uso dei software da ufficio (era il tempo di Office 98 su Windows 95). Rientrare tra i banchi della mia ex scuola con un ruolo diverso fu veramente un’esperienza emozionante. Entrare di fronte ad una classe, preparare un discorso, gestire gli imprevisti, ascoltare le richieste e i dubbi, ripetere le cose, trasmettere entusiasmo e voglia di fare sono cose che non si imparano sui libri ma si possono soltanto vivere in una esperienza diretta e coinvolgente. Il progetto andò avanti per settimane e piacque così tanto che gli insegnanti decisero di riproporlo in una piccola sessione estiva e l’anno successivo fu “esportato” in altre scuole medie del territorio. Anche la televisione locale si interessò e convocò alcuni di noi, capeggiati dall’instancabile insegnante per un’intervista con l’intento di parlare ai cittadini di come era nato e come si era svolto il progetto “Educazione tra pari”.

La quinta superiore volò via e arrivò il momento della scelta: proseguire gli studi o entrare nel mondo del lavoro? Per noi diplomati del 2001 lo scenario economico si presentava in modo differente da quello odierno: moltissimi dei miei compagni oltre a me ricevettero in quell’estate diverse proposte di lavoro in busta chiusa nominativa che le aziende del territorio proponevano, in accordo con la scuola. La mia famiglia faceva sforzi per permetterci di studiare ma ci ha sempre lasciato tanta libertà nelle scelte, con una buona dose di raccomandazioni ma con tanta fiducia nella provvidenza… A settembre inoltrato arrivò la mia scelta di iscrivermi all’Università per continuare ad approfondire i miei studi. Parallelamente, però, sempre la nostra “superprof” decide in modo del tutto inaspettato di condividere con alcuni di noi neodiplomati un progetto formativo triennale finanziato, elevandoci al ruolo di codocenti. Iniziò così la mia attività di formatore. Avviai le prime collaborazioni con gli enti del territorio bolognese con progetti di alfabetizzazione informatica e di integrazione, in una prima, iniziale, battaglia contro il digital divide, poi le cose andarono avanti con l’avvio di attività di docenza nei percorsi di Obbligo Formativo (OF e NOF, ora IeFP), con le attività nelle scuole, gli interventi nell’apprendistato, nella formazione per dipendenti, fino ad arrivare alla formazione interna aziendale e alle attività di consulenza. In questo periodo così formativo non posso non menzionare l’esperienza di lavoro e di autoformazione avviata in collaborazione con un mio carissimo amico, compagno di classe e collega di lavoro nel quale abbiamo portato avanti progetti software, sviluppo di siti web from scratch, tutto questo sempre grazie al preziosissimo coordinamento da parte della nostra ex-insegnante che ora, nelle vesti di collega, ci supportava, ci dava preziosi consigli e ci trovava perfino qualche lavoro! Dopo qualche anno di collaborazioni a progetto, nel 2005 aprimmo la partita IVA ed entrammo sul mercato come professionisti. La nostra collaborazione andò avanti per molti anni, sempre in modo partecipato e onesto, ma nel frattempo ognuno di noi stava maturando la propria consapevolezza sulla propria “vocazione” lavorativa. Mentre il mio collega, (davvero un genio della programmazione) non smetteva di stupirmi per la sua capacità di creare software complesso con strumenti semplici (che non vuol dire facili!), io mi sentivo sempre più chiamato dall’ambito dell’insegnamento: provo un grande piacere nell’apprendere qualcosa allo scopo di poterlo insegnare a qualcuno. L’ho sempre sentito dentro di me, anche se la consapevolezza di ciò è cresciuta man mano nel tempo.

Intanto anche il mio percorso all’Università procede, seppur a rilento per via della mia “doppia vita” di studente e lavoratore; nel frattempo conosco la persona che ora sono convinto di conoscere da sempre per il rapporto di amore che ci ha unito: Maddalena. Arriva presto il matrimonio e dopo poco anche i nostri due “doni del cielo”. Termino l’Università e continuo a lavorare come docente di Informatica in tutti gli ambiti che ho maturato nella mia esperienza: basi di programmazione software, office automation, simulazione di impresa, sviluppo di siti web, gestione di web server, nonché come consulente informatico, creatore di contenuti audiovisivi con i programmi della suite Adobe (Photoshop, Illustrator, InDesign, Premiere), sviluppatore di siti web con i più recenti standard web di accessibilità e usabilità e infine come progettista di infrastrutture informatiche di rete e in cloud.

In sintesi

Mi chiamo Diego Vitali (classe 1982), sono laureato in campo informatico e lavoro come formatore e consulente informatico dal 2001. La mia esperienza inizia direttamente dopo il diploma di Tecnico, dopo il quale ho iniziato a prestare servizio come codocente prima, come formatore poi. Amo l’approccio pratico ed esperienziale nella risoluzione dei problemi, dal quale astrarre poi un contenuto teorico applicabile in generale. La mia esperienza professionale tocca gli ambiti informatici della programmazione di software, dell’office automation (incredibili le potenzialità di Excel avanzato), della grafica con software Adobe (Photoshop, Illustrator, InDesign, Premiere, …), dell’ambito web (sviluppo di infrastrutture cloud Google e soluzioni web-based), della simulazione di impresa e della consulenza informatica aziendale con approccio multi-livello.

In evidenza

Collaborazione informatica all’interno del progetto Vivi Appennino www.viviappennino.com